Un ode del 1855 celebra
la festa della Vergine Maria
La Chiesa cattolica celebra l’8 dicembre di ogni anno la solennità dell’Immacolata Concezione, il dogma della Chiesa cattolica, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Il nostro poeta, oltre ad aver dimostrato grande attenzione a Maria come sacerdote e come storico, ha dedicato molte poesie alla figura della Madonna tra le quali la seguente, in occasione del Triduo di festeggiamenti nella Chiesa Parrocchiale dei SS. Felice e Fortunato nei giorni 7, 8 9 dicembre 1855 per la dogmatica definizione dell’Immacolato Concepimento di Maria.
L’anno successivo vene stampato il testo dedicato Il novello trionfo di Maria solennizzato nella Chiesa de SS. Felice e Fortunato in Vicenza, Padova, Tipi del Seminario 1856.
A Maria
O Madre de’credenti, a cui d’incenso
In questo giorno fumano gli altari
Per quanti continenti il fiume immenso
Cinge de’ mari
Non è spenta, non è l’avita Fede
Nella dolente Europa; in sulla Dora,
Come sul Manzanare anco si crede,
Anco si adora.
Vedi: al bramato sol della tua festa,
Stanca dell’ansie e dell’acerba guerra,
Che le insanguina il seno, ecco si desta
Tutta la terra.
E volta al Vaticano adora il soglio,
Che senza macchia Te gridò concetta,
Te prima dopo Dio, te nostro orgoglio,
O Benedetta.
Su noi splendi, Divina, e pace insegna
Al secol fremente; in un sol core
Lega le sparse naziioni e regna
Madre di amore.
O tra le figlie dell’antico Adamo,
Maria, la più vezzosa e la più santa;
Immacolato fiore, integro ramo
D’infetta pianta,
Fra noi discendi: visita appiè della pendice,
Ove di Fortunato il fral si accoglie
E di Felice.
Vieni: al tuo piede questi luoghi ignoti,
O Vergine, non son; ché su’ vicini
Berici colli ognor Tu scendi ai voti
De’ Vicentini.
Qui T’imploriamo. O venerata e cara
Regina degli afflitti, asciuga il pianto
Dagli occhi de’ tuoi figli, e li ripara
Ove di Fortunato il fral si accoglie
Sotto il tuo manto.
Maria ! Dolce la vita a chi Ti onora,
Sia pur dell’ire di fortuna oppresso;
Dolce la morte, se nell’ultima ora
Gli siedi appresso.
Giacomo Zanella