Giacomo Zanella al Giubileo Episcopale di Antonio Farina.
da La Voce del Sileno di Italo Francesco Baldo
Giacomo Zanella non ebbe mai paura di esprimere le proprie idee con pacatezza e chiarezza anche di fronte ai suoi vescovi (Giuseppe Cappellari, Giovanni Antonio Farina e Antonio Maria de Pol che gli portò il viatico a Cavazzale dove il poeta morì), che rispettava.
Il poeta era famoso e personalità illustre della chiesa vicentina. Così quando il 16 dicembre 1885 Giovanni Antonio Farina celebrò il giubileo del suo ingresso come Vescovo di Vicenza, trasferito dalla diocesi di Treviso, sua prima sede, fu organizzata una solenne cerimonia religiosa (cronaca nell’Osservatore Romano, vedi infra) ed una festa con un banchetto annesso. Dapprima il prelato insieme al patriarca di Venezia cardinale Domenico Agostini e altri vescovi del Veneto celebrarono l’avvenimento in cattedrale e poi con un pranzo.
Giacomo Zanella celebrò l’avvenimento giubilare con un sonetto, pubblicato dall’Osservatore Romano il 18 dicembre 1885, che non era uso editare versi. Era la poesia A Monsignore Giovanni Antonio Farina nel XXV anniversario dal suo ingresso alla sede vescovile di Vicenza (ora in G. Zanella, Poesie rifiutate disperse postume inedite, Vicenza, N. Pozza, 1991, p.207, Poesie disperse).
Durante il banchetto il prof. Antonio Giorgio recitò di quando in quando dei versi di circostanza e “con una strofa invitò lo Zanella a propinare anche lui in sì fausta occasione”, come riporta il periodico “La Scintilla” il 13 gennaio 1889.
Zanella, che era certo capace di improvvisazione, anche se non dimenticava mai la necessità dell’oraziano labor limae per la poesia, “scrisse all’istante un brindisi, che recitò tra gli applausi di tutti: applausi che toccavano insieme al vescovo festeggiato e al poeta.”
L’episodio ebbe un seguito.
“Il sottoscritto (prof. De Marchi) insieme coll’esimio Bibliotecario della città, il prof. Don Domenico Bortolan – allora Direttore della Biblioteca Bertoliana – levate le mense, richiese di quel Brindisi il gentile Autore; ma egli costantemente si rifiutò di concedere lo scritto, frutto di improvvisazione.
Allora si ricorse da questi due alla propria loro memoria e, un verso l’uno, un verso l’altro, si buttò sulla carta il Brindisi. Mancava però un verso e mezzo! Col foglio in mano ci presentammo al poeta, e gli si disse; ora è inutile! Questo è il suo Brindisi: via, sia buono con noi secondo il solito; non ci manca che un verso e mezzo; ce lo ripeta Lei!”. Il poeta “lepido, giovialissimo, come sempre: «Ah birichini, esclamò, me l’avete fatta!… Sentiamo.». Gli si lesse il Brindisi, ed egli lo corresse e lo compì”.
Il Brindisi rimase inedito sino al 13 gennaio 1889, quando fu pubblicato sulla rivista “La Scintilla” a rettifica della pubblicazione del sonetto per il giubileo edito in precedenza il 6 gennaio e che era stato pure divulgato il giorno del festeggiamento al vescovo. Il prof. De Marchi volle pubblicare il brindisi inedito quale “coronamento della rettifica istessa”, ma anche per “gli alti sensi di cattolicesimo che vi esprime l’autore”.
A Mons. Gio. Ant. Farina
Nel suo Giubileo Episcopale in Vicenza
Recitato la sera del 16 Dicembre 1885.
Se l’Angel santo, – che nel grave ammanto
Della romana Porpora rifulge,
Cominciar d’altri, che da Lui m’indulge:
Prima al nostro pastor mando gli auguri,
Che serena la vita ancor gli duri.D’Adria, Padova e Ceneda ai Pastori
Auguro poche spine e mille fiori,
Nel difficil sentiero,
In questa età, del santo ministero.Caldi auguri fo quindi e caldi voti
Per tutti i Monsignori e Sacerdoti;
Famiglia veneranda,
Che al desco del Pastor fanno ghirlandaDell’Angiol di Venezia ora mi resta
Una preghiera alzar. Di questa festa
Sia dal labbro di Lui data novella
Al Grande, che di Pier la navicella
Combattuta da torbida procella,
Regge animoso e col divin conforto
Spera ridurla (oh presto avvenga) al porto.
Oggi il Brindisi è pubblicato nel volume G. Zanella, Poesie rifiutate disperse postume inedite, Vicenza, N. Pozza, pp. 292-93, con il titolo: Brindisi alla mensa di Mons. Gio. Antonio Farina vescovo di Vicenza.