Molti poeti hanno potuto ascoltare, durante la loro vita, la musica che fu composta per i loro versi, tra questi anche lo Zanella
da La Voce del Sileno di Italo Francesco Baldo
Anno V – 20 novembre 2020
La poesia e la musica sono due sorelle da sempre e si vogliono molto bene; quasi sempre vanno per il mondo unite e se non lo sono facilmente lo compiono. Chiunque rifletta sulla musica o sulla poesia, ma soprattutto che ascolti musica o legga poesia sempre ritrova che vi è un’intimità tra le due; se la poesia usa le parole, queste son le note nella musica, se questa usa espressioni, la poesia usa la punteggiatura, la rima e ambedue han sempre a che fare con la misura, come ben sostiene Sant’Agostino nel suo De musica, (I,2,2 e analogamente Boezio L:I, c:I, L. III, 2 che è la scienza che sta alla lor base, anche quando il verseggiare libero o la rapsodia si fan strada. Vi è poi un’ulteriore prospettiva che le unisce, quella dell’armonia, su cui ben esprime Dante nel Convivio quando la musica e il verso sono visti insieme “ sì come si vede ne le parole armonizzate e ne li canti, de’ quali tanto più dolce armonia resulta, quanto più la relazione è bella”. Infatti, la musica e la poesia attraggono l’uomo è son simbolo di quella sua ricerca d’armonia che nel Paradiso, nell’Empireo dove Luce e amor han sede e si potrà comprendere:”La natura del mondo, che quieta / il mezzo e tutto l’altro intorno move,/quinci comincia come da sua meta”.
Certamente in Dante è ben presente l’analisi Severino Boezio nella sua De institutione musica, dove la musica è divisa in tre categorie:la musica musica instrumentalis, musica humana e la musica mundana. La prima e l’arte dei suoni; la seconda sviluppa l’armonia dell’anima umana, infine la terza è l’armonia dell’universo che l’anima pensa e vive. Come non pensare che proprio il Ghibellin fuggiasco non abbia con i propri versi sviluppato con parole quanto della musica afferma Boezio. e non sfugga alla considerazione le composizioni poetiche per la liturgia di San Tommaso d’Aquino, quando “il mistero irraggia dall’esperienza del credente divenuto poeta; la teologia ineccepibile si riviste della bellezza e dell’ emozione della lirica” coniugandosi con la musica
Non occorre ripercorrere la vasta relazione tra poesia e musica che ha origine dalla remota antichità e che nell’aedo trova la sua prima massima espressione, proprio perché egli “canta” una poesia di ispirazione divina. La coniugazione della poesia alla dimensione fondamentale dell’uomo, che non è necessariamente composta di argomenti religiosi, porta l’uomo vivere intensamente la sua esistenza, consentendogli, da un punto di vista privilegiato, di riflettere e far riflettere su quanto è importante e valido nell’orizzonte terreno (natura, uomo, società, storia, arte, ecc.), e lo innalza, se si pone nella disponibilità, anche verticalmente nel mistero ineffabile di Dio. Il poeta è proprio colui che tenta quest’unione, talora sorreggendosi alla musica o direttamente o attraverso altri che musicano le sue opere.
In questa prospettiva possiamo accostarci alla poesia di G. Zanella, che con i suoi versi armonici può ben coniugarsi alla musica, come è stato compiuto da diversi compositori, lui vivente e successivamente.
L’attenzione all’armonia del verso fu costante nello Zanella, gli proveniva dagli studi classici, ma in lui, vogliamo ribadirlo, ciò non era cieca assolutizzazione, ma capacità critica per comprendere la stessa contemporaneità. Ne è anche prova l’interesse per i suoi della natura, della casa spesso ricordati nei suoi versi e anche dei grandi musicisti, tra cui Cimarosa, Bellini, Donizetti, Verdi.
Accanto al ritmo musicale cercato in tutte le composizioni, ve ne sono alcune che fanno diretto riferimento alla musica, ad autori, a suonatori, al bel canto. In moltissime altre composizioni vi sono riferimenti al mondo della musica e del canto sia in relazione al mondo degli uomini che a quello della natura e degli animali e tutto pensato e riflettuto alla luce sempre di Colui che il concerto dell’universo creò. Zanella lo ricorda e celebra proprio nelle poesie Concerto di campane che descrive come “l’armonia delle festanti squille” e ne Le campane de’villaggi.
Non dimentica Zanella che anche dal cielo vengono suoni armoniosi, sono quelli dei cori angelici, quelli che Dante ode nel Paradiso: “ Io sentiva osannar di coro in coro / al punto fisso che li tiene a li ubi, / e terrà sempre, ne’ quai sempre fuoro.” Ad essi, il poeta fa riferimento nella Predica per San Nicola da Tolentino, detta a Breganze il 13 settembre 1876. Il poeta, dopo aver illustrato la santa vita di Nicola, parlando del suo trapasso, scrive: “ Ed ecco, ed ecco nella povera alba folgorosa d’improvviso una luce divina, e spandergli intorno una fragranza di Paradiso, una dolcissima melodia vi sparce dall’alto; ed ecco discendere per quelle pareti una compagnia d’angeli a rallegrale de’loro canti l’ultime ore di quell’anima avventurosa.“
Molti poeti hanno potuto ascoltare, durante la loro vita, la musica che fu composta per i loro versi, tra questi anche lo Zanella, perché alcune sue poesie ebbero sul pentagramma le note appropriate, perché fossero cantate. Il poeta non ebbe il piacere di udirle tutte, anche perché molti suoi testi furono musicati dopo la sua morte e fino a tempi recenti (Sichel e M. Cogo). I primi versi di Zanella musicati, lo furono da D. Urmacher (1798?- 1875), studente a Merano (BZ). Si tratta della traduzione/parafrasi dell’inno Salve Regina, che compare in Milton e Galileo. Fu edito a Padova, Privilegiato e Premiato Stabil. Tipog. Musicale M. Giammartini e compagni(IS), 1868, per il matrimonio Giovanna Nepomucena Thun-Hohenstein – Francesco Galeazzo Ferri (1825.1887), che fu celebrato nel 1876.
A questa prima composizione su versi di Zanella ne seguirono diverse altre: quella per il centenario di A. Palladio, fu musicata la poesia Ad Andrea Palladio, ne fu autore F. Canneti (1807-1884).
Seguirono: Luigi Denza (1846 –1922) con Perché, Milano, Edizioni ricordi , s.d. Il celebre autore di Funiculì funiculà, si cimentò con una poesia Per l’Albo di una fanciulla di G. Zanella. Francesco D’Alesio (attivo a Trento tra il 1876 e il 1892), Le campane de’villaggi; Giuseppe Lanzarini (?-?) Preghiera a San Bassiano, scritta da G. Zanella Pel Circolo della Gioventù Cattolica Bassanese, fu edita a Bassano, Tip. Roberti, 1886; Censi Eugenio Andriselli (1885-1954)Dubbi Cantico di Debora : coro a tre voci eguali : op. 14 parole di G. Zanella, Torino, Leandro Chenna, ca 1900; Censi Carlo (1881 – 1957) Bozzetto campagnolo in Cinque canti per coro di Donne, a 2 e 3 voci, con accompagnamento di pianoforte (I. Maggiolata. II. Neve montanina. III. Bozzetto campagnolo. IV. Preghiera di Natale. V. Madrigale di Pasqua), Milano, A. E G. Carisch e C., 1926. Paolo Avella O.S.T. (1897- 1939) “O dei cieli Regina” : (dal “Galileo e Milton” di G. Zanella): madrigale a 4 voci miste : (M. sop., ten. I, ten. II, basso), Roma,. Collegio Internazionale dei PP. Trinitari, a. XVII, ossia il 1939.
Purtroppo non ritrovata è la composzione di Lorenzo Perosi (1872 – 1956) Tullio Motterle (1920-1999) nel volume Datur Hora Quieti. Vagabondaggi intorno all’Astichello ricorda che don Lorenzo Perosi diede in dono di una composizione al vescovo di Vicenza, Mons. Ferdinando Rodolfi, nel 1939, in occasione di una sua visita a Roma delle due terzine del sonetto XL (Molto ciel, poca terra e d’aria e sole) dell’Astichello. Antonio Arnaldi (1900-1984) musicò per la Pieve di Chiampo di Zanella Ad un’antica immagine della Madonna con il titolo Madonna della Pieve. Lo spartito originalie non è disponbile, ma solo una ricompsizione dovuta a Romano Camponogara che recuperò solo una piccola parte dell’originale di Arnaldi. Il canto è ancora oggi eseguito nella Pieve.
Il sacerdote salesiano Dusan Anima Stefani (1919- 2011) molto attivo nel rinnovamento ,musicale dopo il Concilio vaticano II, musicò Il falco e il gallo nel 1958.
Merita attenzione il compositore vicentino, attivo a Monticello Conte Otto, nella cui frazione Cavazzale Zanella costruì il suo buon ritiro Giorgio Golin (1933 – 2006), che musicò Calda è la notte, Ave Maria, Ad un ruscello, Monticello Conte Otto, a cura dell’Amministrazione Comunale di Monticello Conte Otto (stampa Coop.Orizzonti-Vicenza), 1988; del sonetto Ad un ruscello esiste sia la versione per coro e orchestra sia per pianoforte.
Due contemporanei si sono cimentati nel musicare versi di Zanella: Claudio Sichel con Sopra una conchiglia fossile, musica elettronica composta da C. Sichel per solista e due cori, testo trascritto da L. Cerantola. Composizione per l’inaugurazione dell’inaugurazione della lapide al poeta Giacomo Zanella, posta in via Zabarella, 88 Padova il 27 marzo 2009 e Mattia Cogo che ha musicato Santa Teresa d’Avila (attribuito), sonetto, Ad amarti, o mio Dio…, nella traduzione di Giacomo Zanella. Il testo è stato musicato dal M.° M. Cogo in occasione del V centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila (1515-2015) e in seguito alla “scoperta” della traduzione dallo spagnolo del sonetto di Santa Teresa di Gesù da parte di Giacomo Zanella: Il manoscritto è conservato nell’Archivio delle Dame Inglesi (Congregatio Jesu) e trascritto da suor Alessandrina dal Lago, recentemente scomparsa e fedele custode dei manoscritti zanelliani conservati nel Collegio vicentino.
Va ricordato che anche diverse traduzioni da poeti inglesi di zanella furono Musicate da Antonio Marchetti (1850-1894): Tipi celesti di Sara E. Mayo, La volontà sia fatta del Signore di James Burton
Infine, va ricordata l’iniziativa nel 1988 Umberto Pannullo Progetto Zanella (Dattiloscritto, conservato presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza) che coinvolse gli studenti della Scuola media di Chiampo, coinvolti nell’ Educazione suono e musica di alcuni sonetti della silloge Astichello del loro concittadino più famoso.
Così il verso di Zanella si è fatto musica in diversi compositori e ha trovato una forma espressiva di rilievo, che consente di apprezzare al meglio quanto il poeta ha scritto e ciò anche per i fanciulli che cantando quelle poesie rallegrano il loro cuore e si preparano a comprendere come il grande valore dell’armonia deve investire la vita dell’uomo e nei suoi fondamenti.
Il bello, sosteneva Zanella nei suoi appunti di filosofia “non è meramente obbettivo; né subbiettivo” ma i suoi “principi – proseguiva – armonizzano per quelli del Vero e del Buono”; ricordando quanto San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I, q. 5 a. 4. affermava: “Il bello e il bene si identificano nel soggetto, perché si fondano sulla medesima realtà, cioè sulla forma, e per questo ciò che è buono è lodato come bello”. Infatti, la bellezza, ha nell’armonia delle forme il suo esplicitarsi, ed è essa stessa espressione della Verità e del Bene, come ci illustra N. Cusano nel suo De Pulchritudine.
La musica che su alcune sue poesie è stata composta, ci attesta l’importanza della sua figura e del suo verseggiare e ci invita a far nostre nel suono dell’aure e delle fronde la voce onnipossente di Colui che non può mai essere proscritto, armonizzando insieme la natura e tutte le arti dell’uomo, perché Lui è “una canzone d’amore” che riempie l’anima che gorgheggia e “se non v’incresce, è l’ora / della preghiera.”, poi tace.
2 risposte su “Giacomo Zanella in musica”
Interessante lettura che documenta in modo approfondito quanto l’armonia presente nella Poesia sia predisposta a divenire Musica.
Il sapiente intelletto plasma linguaggi differenti nella forma, affini nelle emozioni, crea quell’opera d’arte che commuove l’animo umano e traccia nei secoli la sua presenza.
La ringraziamo Nicoletta per queste profonde e veritiere parole.