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Il libro perduto della regina

Il fortunoso ritrovamento di un volume offerto da Giacomo Zanella alla regina Margherita nel 1878.

Abbiamo di recente ricevuto un’interessante missiva da parte dello studioso Claudio Bertolotto di Torino sul ritrovamento di una copia con dedica autografa de le “Nuove Poesie” di Giacomo Zanella donata alla regina Margherita nel 1878.
A seguire il testo ricevuto con la vicenda di questa copia.

“Gentilissimi,
avendo appreso del vostro meritorio impegno per mantenere viva la memoria di Giacomo Zanella, mi permetto di inviarvi copia di un mio saggio, pubblicato nello scorso dicembre sulla rivista Studi Piemontesi” (vol. LI – 2 – 2022).
È necessaria una premessa.
Negli anni sessanta del Novecento, poco più che adolescente, nelle vacanze dagli studi liceali mi dedicavo alla  ricerca di libri di mio interesse fra la carta destinata al macero in  una cartiera.
Un giorno mi capitò di trovare un volumetto rilegato in marocchino  violaceo, con le “Nuove Poesie” di Giacomo Zanella, e una “M” impressa in oro sulla copertina.
Il volume reca una dedica manoscritta: “A sua Maestà Margherita Regina d’Italia. Con profondo ossequio l’autore. Vicenza 20 luglio 1878”.
Forse il volume fu dato in prestito da Margherita di Savoia a qualche personaggio della Corte e non più restituito (come la stessa Regina lamentava talvolta succedere), e dopo quasi un secolo mi toccò di ritrovarlo e salvarlo dal macero.
Ho ritenuto giusto che il volume donato da Zanella ritornasse fra i libri appartenuti alla Regina Margherita, e ne ho fatto dono alla Biblioteca Reale di Torino, che già possiede un importante fondo di libri della Regina, fra cui le opere di Carducci con le dediche autografe del poeta. (…)”

Giacomo Zanella, Nuove poesie, Venezia, Luciano Segrè libraio
editore, 1878. Rilegatura in marocchino violaceo con l’iniziale in oro
della Regina Margherita.
La dedica autografa del nostro poeta alla Regina Margherita.

Giacomo Zanella dedicò una breve poesia [A sua altezza Reale Margherita di Savoia, principessa d’Italia], copia  autografa con data d’altra mano: 19 luglio 1877, è posseduta nell’Archivio delle Dame Inglesi di Vicenza, altra copia apografo è presso la  Biblioteca Bertoliana con il titolo: Alla Regina Margherita che visita le scuole primarie nel Teatro Olimpico di Vicenza epigramma di G.Z:, seguito dalla traduzione latina di A. Sandri.

 Vi è pure di Anonimo: La visita della Principessa Margherita a Vicenza, in  “Giornale della provincia di Vicenza”, 20 luglio 1877. La presente nota è a p. 472 del volume. G. Zanella, Poesie rifiutate disperse postume inedite, a cura di G. Auzzas e M. Pastore Stocchi,  Vicenza, N. Pozza,  1991.

La poesia che segue è a p. 171 del volume citato, nella parte Poesie disperse.

[A sua altezza Reale Margherita di Savoia, principessa d’Italia]
Madre di un solo figlio,
Donna regal, ti credi.
Ma volgi attorno il ciglio,
E tanti figli avrai quanti qui vedi.

Margherita di Savoia, la prima regina d’Italia dal 1878 al 1900.

A seguire il saggio pubblicato su “Studi Piemontesi”, dicembre 2022, vol. LI, fasc. 2 pp.537-540. Per gentile concessione dell’Autore.

Le “Nuove poesie” di Giacomo Zanella donate alla Regina Margherita*

Claudio Bertolotto

Nel ricordo affettuoso di Andreina Griseri.

Sopra una conchiglia fossile nel mio studio è la poesia
più nota di Giacomo Zanella, che godette di una straordinaria
popolarità fin da quando fu pubblicata nel 1868
dall’editore Barbèra di Firenze, nella prima raccolta dei
Versi del poeta vicentino. L’avvio è di grande suggestione:

Sul chiuso quaderno
di vati famosi
dal musco materno
lontana riposi,
riposi, marmorea,
dell’onde già figlia,
ritorta conchiglia.

Occulta nel fondo
d’un antro marino
del giovane mondo
vedesti il mattino;
vagavi co’ nautili,
co’ murici a schiera;
e l’uomo non era.

Con queste e altre immagini potentemente evocative, il poeta pone a confronto la storia della terra, sviluppatasi in milioni di anni, con quella degli uomini, di appena qualche millennio (“noi siamo di ieri”, scriverà più avanti). La poesia piacque ad Alessandro Manzoni, che volle impararla a memoria, e a Giosuè Carducci, che ne apprezzò le qualità poetiche e musicali[1]. Ancora recentemente, il poeta Andrea Zanzotto la considerava una lettura centrale nella sua prima formazione[2].
Giacomo Zanella, sacerdote e letterato, nel Veneto soggetto all’Austria non nascose la sua adesione agli ideali risorgimentali, pagandone le conseguenze con la sospensione dall’insegnamento nelle scuole pubbliche, dal 1853 al 1857. Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia a seguito della terza guerra d’indipendenza, nel 1866, Zanella fu chiamato alla cattedra di lingua e letteratura italiana presso l’Università di Padova, della quale nel 1871 fu nominato rettore. A quegli anni risale la sua prima raccolta di liriche già ricordata, i Versi, pubblicati nel 1868, che gli procurarono fama nazionale ed ebbero in pochi mesi due edizioni. Ma i gravosi impegni scolastici, la morte della madre alla quale era legatissimo, nel 1872, e alcuni spietati attacchi ricevuti dalla critica e da qualche collega, provocarono in lui una profonda crisi depressiva, portandolo a isolarsi dal mondo esterno “per tre verni/Noiosamente eguali/Amaramente eterni”[3].
Dimessosi dall’incarico universitario, poté recuperare la serenità dedicandosi agli studi letterari e artistici e alla creazione poetica, pubblicando nel 1877 una seconda raccolta di Poesie, edite da Le Monnier, e nel 1878 le Nuove poesie presso il libraio editore veneziano Luciano Segrè.
Nelle Nuove poesie ritornano gli argomenti cari al poeta, dal tema politico (Il grido di Venezia e I cavalli di S. Marco) a quello sociale (Risposta di un contadino che emigra), all’interesse per la scienza che aveva ispirato la lirica Sopra una conchiglia fossile, e che anima la poesia Le palme fossili nella villa de’ conti Piovene in Lonedo / Visitate colle alunne del Collegio Dame inglesi di Vicenza nel novembre 1877.
In quell’anno Zanella aveva accettato la cattedra di Italiano presso tale istituto. Ricordiamo che fin da giovane aveva prediletto la lettura dei poeti inglesi e americani, che sarebbero
diventati fonte di ispirazione per la sua produzione poetica.
Nelle Nuove poesie compaiono le libere traduzioni di alcune fra le poesie più famose della letteratura anglo-americana, dall’Ode to the west wind (Al vento di ovest) di Shelley, a The cloud (La Nuvola) dello stesso, a Excelsior di Longfellow.
Questa breve nota nasce dal ritrovamento di una copia delle Nuove poesie di Zanella, con dedica autografa del poeta alla Regina Margherita[4].
Il volumetto, che misura 16,5 x 11 cm, è rilegato in marocchino violaceo con ornamentazioni dorate, sul dorso la scritta “ZANELLA / POESIE”, sul piatto anteriore la “M”, iniziale della regina Margherita. La copia, originariamente in brossura, che conserva la copertina azzurra che ripropone il frontespizio, è stata rilegata con risguardi in carta verde, goffrata con effetto di seta marezzata. Fra questi e la copertina, anteriormente e posteriormente, sono stati inseriti nella rilegatura due fogli di carta bianca, sul primo dei quali compare la dedica autografa del poeta: “A Sua Maestà Margherita Regina d’Italia / Con profondo
ossequio l’autore / Vicenza 20 luglio 1878”. Il libro non presenta segnature inventariali, forse fu imprestato dalla regina Margherita a qualche personaggio della corte e non più restituito, come purtroppo talvolta succede[5].

La Regina Margherita. Stampa fotografica dal Calendario Reale
per l’anno 1887, Torino, Vincenzo Bona Tipografo di S.M.

La sua biblioteca era la stanza preferita, ivi s’intratteneva
normalmente dalle otto alle undici del mattino. Collocava di propria mano i libri negli scaffali, li ordinava con cura, non permetteva che alcuno li toccasse, era un’accurata e sagace bibliotecaria ed un’assidua ed intelligentissima lettrice. Si compiaceva di far conoscere le novità letterarie e dava in lettura i suoi volumi alle persone della sua corte[6].

Abbiamo visto che fra le Nuove poesie donate da Zanella alla regina Margherita compare la traduzione di Excelsior, la celebre lirica del poeta statunitense Longfellow. Forse non è un caso che la regina abbia scelto il titolo di questa poesia come suo motto. Come ricorda Angelo Biancotti,

Le scienze la interessavano assai e seguiva tutti i moderni progressi con la curiosità di uno spirito attivo: ‘Excelsior – diceva – guai a fermarsi. Bisogna sempre progredire’[7].


Il dono del poeta vicentino alla giovane regina dovette essere, anche per questa sintonia di pensiero, particolarmente gradito[8].
Considerato che la Biblioteca Reale di Torino possiede
un importante fondo di libri appartenuti alla regina Margherita,
fra cui edizioni delle opere di Carducci con dediche autografe, il volume delle Nuove poesie di Giacomo Zanella è stato offerto in dono a tale istituzione, anche per arricchire la storia dei rapporti fra la regina e gli uomini di cultura del suo tempo[9].

NOTE

* La stesura di questo contributo è stata stimolata dalla lettura del saggio dedicato alla biblioteca della regina Margherita nell’ultimo numero di “Studi Piemontesi” (LI, 1, 2022) da Angelo Giaccaria, che ringrazio anche per l’amichevole aiuto nella ricerca.

1 “Il Carducci disse che lo spirito lirico ondeggia, circonvolgendosi con un mite rumore di marina lontana nelle sue volute meravigliosamente delineate, marcate e colorite;
il Manzoni la imparò a memoria”. (T. Franzi, Giacomo Zanella, Torino, 1940, p. 18). Nell’ottobre 1871 Zanella si recò a Brusuglio in visita ad Alessandro Manzoni, che “gli fece accoglienza cordialissima” (F. Lampertico, Giacomo Zanella. Ricordi,
Vicenza, 1895, p. 430, cit. in O. Palmiero, Zanella, Giacomo, in
Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 2020, vol C, pp. 501-503).

2 Cfr. l’intervista “Lo specchio di Calliope”. Archiviato il 24 giugno 2011 in Internet Archive.

3 O. Palmiero, Zanella Giacomo cit., pp. 502-503.

4 Il libro fu fortunosamente salvato dal macero nella cartiera “Val Chisone” presso Pinerolo, negli anni Sessanta del Novecento.

5 È significativa in proposito una testimonianza di Giosuè Carducci. Il poeta, come è noto, nutrì grande ammirazione per la regina Margherita (alla quale nel 1878 dedicò l’ode Alla Regina d’Italia) e fra i libri che le appartennero figurano le edizioni
delle opere di Carducci con dediche autografe, in parte conservate al Quirinale e in parte nella Biblioteca Reale di Torino. Lo stesso poeta “ricorda, in una lettera alla moglie,
che la Regina, in un’udienza concessagli, aveva lodato molto ‘…l’edizione delle (…) opere per l’esecuzione tipografica del (sic!) Zanichelli, tanto il formato grande che quello piccolo’. Aveva poi aggiunto con un certo orgoglio che Margherita ‘aveva con sé le Rime nuove, l’esemplare che le feci avere con una mia intitolazione a Courmayeur; e mi disse: Vede? Siccome né anche a Corte i libri si salvano, perché non me li portino via , ci ho scritto sopra il mio nome’. In effetti la prima di copertina dell’esemplare delle Rime Nuove conservato nella Biblioteca
del Segretariato reca ancora la dicitura – S.M. La Regina – vergata a matita in una scrittura rotonda e incerta. La dedica autografa di Carducci, nelle pagine di guardia, permette di individuare nel volume l’omaggio fatto dal poeta a Margherita in occasione dell’incontro di Courmayeur…. In nessun altro libro, tuttavia, eccettuate le Rime, vi sono note di possesso autografe
della Regina” (R. Antonelli, Il fondo dei “rari sabaudi”. La formazione delle raccolte librarie della Biblioteca del Quirinale, in https://www.quirinale. it/allegati_statici/bib_risorse/ rari_sabaudi.pdf, 2009, p.13).

6 A. Biancotti, La regina fulgida e bella. Margherita di Savoia, Torino, 1951, p. 34. Riguardo alle Nuove poesie di Zanella donate alla regina Margherita, accanto all’ipotesi che il libro sia stato prestato e non più restituito, non si può escludere che la dispersione del volume possa essere legata alle vicissitudini della biblioteca di Margherita dopo la morte della regina, avvenuta nel 1926. Cfr. R. Antonelli, op. cit., pp. 7-10; A. Giaccaria, Nella biblioteca privata della Regina Margherita di Savoia. Un giacimento di legature di pregio eseguite da legatori italiani, in “Studi Piemontesi” LI, 1 (2022), pp. 17-42 (in partic. pp. 19-24); G. Mussari, La Regina Margherita attraverso la sua biblioteca, in Margherita di Savoia, Regina d’Italia, Catalogo della mostra, a cura di Maria Paola Ruffino, Torino, Palazzo Madama, 13 ottobre 2022-30 gennaio 2023, Venezia, Marsilio, 2022, pp. 116-121.

7 A. Biancotti, op. cit., p. 34.

8 Il volume fu forse consegnato alla regina quando Umberto e
Margherita fecero tappa a Vicenza, ai primi di agosto del 1878, durante la visita di Stato alle principali città del regno. Nel 1877 Zanella aveva già dedicato un epigramma “A sua altezza reale Margherita di Savoia principessa d’Italia” (E. Greenwood, Vita di Giacomo Zanella, Vicenza 1990, p. 288). All’inizio di novembre 1878 i reali visitarono l’Emilia, e a Bologna la regina Margherita incontrò per la prima volta Giosuè Carducci (R. Bracalini, La regina Margherita, Milano 2000, pp. 89-100). Quando Zanella morì, nella primavera del 1888, la regina Margherita lo compianse professandosi sincera ammiratrice del suo valore.Giosuè Carducci volle partecipare “al dolore per la morte del nobile poeta, pubblico danno dell’arte e della gentilezza” (T. Franzi, op. cit., p. 73). Sui rapporti fra Zanella
e Carducci cfr. T. Barbieri, Lettere inedite di Giacomo Zanella a Giosuè Carducci, in “Convivium”, XXVII (maggio-giugno 1959), pp. 328-334.

9 La donazione è stata accettata con nota della Direttrice della Biblioteca Reale, dott.ssa Giuseppina Mussari, in data 22 settembre 2022.

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