Il futuro papa Eugenio Pacelli in una lettera al vescovo di Vicenza
di Italo Francesco Baldo
Eugenio Pacelli, Segretario di Stato di Pio XI nel 1938 in una lettera al vescovo di Vicenza Ferdinando Rodolfi, a nome del pontefice in occasione del cinquantesimo della morte di Giacomo Zanella così si espresse: “L’Augusto Pontefice che particolarmente ama i carmi del gentile poeta di Chiampo, fa fervidi voti che tanto nome brilli agli italiani e specialmente ai giovani come astro, che regga il cammino e illumini e consoli la vita. Nella poesia infatti del sacerdote-poeta non solo spiccano «la invidiata onda del verso», la proprietà e lo splendore della forma, ma si ammirano pure la profondità di senso cristiano e umano, che educa il cuore ad alti sentimenti, l’ampiezza di orizzonti e di ideali magnifici non senza fragranza di fede armonizza coi trovati delle scienze e col progresso delle arti.”
Il testo nella sua brevità ben delinea la figura del poeta e ne coglie il valore essenziale della poesia. Certamente il Segretario di Stato, futuro papa Pio XII, conosceva carmi del poeta dell’Astichello e quella bella tensione all’armonia della fede con le scienze e il progresso delle arti.
Cfr. Caliaro, Giacomo Zanella, sacerdote e poeta Vicentino, Padova, Banca Cattolica Del Veneto, (Ist. Veneto di Arti Grafiche), 1938. Cfr. Giacomo Zanella Sacerdote. Intervento di don Pierangelo Rigon, Vicenza, Editrice Veneta, 2015